Roma sparita

2 novembre 2020

Roma sparita. Superstizioni: il malocchio.


Nella Roma sparita, il malocchio (detto anche occhiatticcio) era una delle credenze più diffuse. Grande era il potere malevolo che si attribuiva allo sguardo. Si credeva infatti che proprio con lo sguardo si potessero produrre effetti negativi sulla persona osservata: in sostanza portare malasorte, iella, sfortuna su persone invidiate o comunque detestate. 
Questa credenza, priva di alcuna validità scientifica o di riscontri oggettivi, è diffusa in molte culture presenti e passate. 
Gli effetti immaginari del malocchio consisterebbero in una serie di presunte disgrazie, sciagure (etc) che, improvvisamente  e senzo motivo, accadrebbero alla persona colpita, la quale potrebbe però  suggestionarsi e attribuire fatti negativi a questi oscuri poteri.
Per contrastare il malocchio in tutte le culture popolari è molto diffuso il suggerimento di portare con sè un amuleto portafortuna,  variabile da cultura a cultura.

Amuleti. 
A Roma sparita gli amuleti per contrastare il malocchio erano parecchi e consistevano nel portàre addosso: la mollica del pane, o il  sale, o il pelo del tasso, o l’acqua delle sette basiliche. 
Queste chiese erano: San Pietro in Vaticano, San Paolo fuori le mura, San Giovanni in Laterano, San Lorenzo fuori le mura, Santa Maria Maggiore, Santa Croce in Gerusalemme, San Sebastiano fuori le mura. 
Tutte e sette erano collegate fra di loro per via del pellegrinaggio promosso da San Filippo Neri nella metà del Cinquecento. 
Le sette chiese 
Il Sacerdote fiorentino Filippo Neri nei giorni del carnevale romano – proprio per distogliere i fedeli dalle “seduzioni” che offriva – seguito da un gruppo sempre eterogeneo e numeroso di persone, si avviava cantando “vanità di vanità, tutto il mondo è vanità”, in una lunga “passeggiata” che toccava i luoghi di culto più importanti della Città Santa.
Come al solito i romani, con il cinismo che li caratterizza, hanno dato all'espressione "fare il giro delle sette chiese"  una valenza negativa. A Roma infatti questa frase è usata per indicare : perdere tempo girando senza scopo oppure cercare affannosamente qualcuno che dia ascolto.

Corni di corallo rosso.
In assoluto però gli amuleti più consigliati erano i cornétti di  corallo rosso fatti a mano. Perchè proprio questi oggetti sono portatori di fortuna , ieri come oggi?
Si tratta di una credenza molto molto antica. 
Il corno nell'antichità  era simbolo di potenza e di fertilità e quindi era di buon augurio per chi lo possedeva. Per il popolo poi il corallo, in quanto pietra preziosa aveva il  potere di scacciare malocchi e proteggere le donne incinte. Lo stesso per il colore rosso  viene associato spesso, e in molte culture, alla fortuna. Fatto a mano perché acquista poteri benefici dalle mani che lo realizzano.Per fare effetto, questi ultimi dovevano e devono essere trovati per la strada o ricevuti in regalo
Ancora oggi questa superstizione è molto diffusa.
Invidia mascherata. 
Che fare se ci si accorgeva che qualcuno per invidia stava facendo il malocchio ? Subito subito  si doveva dire : "Malocchio nun ce possi, e ttaràntola t’entri in cu.."(Versione. ...malocchio non puoi fare, la tarantola ti entri in culo..)
Un caso ancora più ambiguo era quando  l'invidia si mascherarava dietro affermazioni positive del tipo : "Come state bianco e rosso che Dio ve benedica! Come state in salute e etc. etc. ".
Attenzione, anche in questo caso si dovevano fare gli scongiuri...le diffusissime corna. Questo gesto sembra derivare dalle antiche donne romane, che utilizzavano mettere un anello amuleto nel mignolo e nell'indice, e per scongiurare la iettatura chiudevano le altre dita.