Roma sparita

Vita di Zanazzo

Luigi  Zanazzo (detto Giggi) è un poeta in dialetto romanesco e studioso di folclore (Roma 1860 - ivi 1911).
Nasce a Roma da madre romana in via dei Delfini 5 nel rione Campitelli dal padre Carlo, originario del Veneto, che si era trasferito circa nel 1830 a Roma, dove gestiva un'osteria a Testaccio.
Studia ragioneria presso il collegio Poli. Ma ben presto è preso da altri interessi tanto da diventare poeta, commediografo, antropologo mentre lavora come bibliotecario alla Biblioteca Vittorio Emanuele prima e poi presso il Ministero della Pubblica Istruzione.
Studioso delle tradizioni del popolo romano e poeta in romanesco, è considerato, insieme con Francesco Sabatini, il padre fondatore della romanisticaAlla sua scuola mossero i primi passi Trilussa e i più bei nomi della poesia dialettale della Roma d'inizio secolo.
a view of Rome's lanes, from one of the many
19th century paintings by Ettore Roesler FranzZanazzo è stato un abile verseggiatore, di grande sensibilità e realismo.
Come folklorista ha contribuito alla conoscenza del popolo di Roma e delle sue tradizioni, registrandole dalla viva bocca degli anziani, appena in tempo prima che andassero definitivamente perdute, quando la città, ormai capitale d'Italia e soggetta ad una intensa immigrazione e modernizzazione, subiva una rapida trasformazione economica e sociale. 
Delle sue ricerche nel campo del folclore sono frutto i tre volumi Novelle, favole e leggende romanesche (1907)Usi, costumi e pregiudizi del popolo di Roma (1908) Canti popolari romani (1910), raccolte prive di metodo, ma ricche e utilissime. I suoi Versi editi e inediti sono stati raccolti in 2 voll. (1921-23) a cura del figlio Alfredo.
Con la moglie, nonché compagna di lavoro, Agnese Bianchini, fonda la compagnia teatrale denominata "Compagnia Romanesca", coadiuvato dall'attore e poeta Pippo Tamburri. 
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Teatro Rossini
La compagnia recitava al Teatro Rossini e portò al successo molte commedie, tra le quali qualcuna scritta dallo stesso Zanazzo, come l'operetta "Li Maganzesi a Roma", messa in scena il 1° ottobre 1882 per le musiche del maestro  Mascetti, o l'esilarante "Pippetto ha fatto sega a scòla", interpretata dall'incontenibile Oreste Capotondi. Fin dall'inizio della propria attività aveva tentato di far rinascere il teatro romanesco, cui diede commedie di vario merito e varia fortuna (Li fanatichi p'er gioco del lotto1885Li Maganzesi a Roma1887Me vorressivo?1890; ecc.). 
Come poeta esordisce con una raccolta di Cinquanta sonetti satirici(1880), di derivazione belliana sia nell'impostazione sia nel linguaggio. Da allora copiosissima è la sua produzione poetica, con accenti sempre più originali, specie nei poemetti in sestine che danno una rappresentazione mossa, arguta, colorita di ampie scene popolari (La sera de la Befana1881'N'infornata ar Teatro Nazzionale1882La Pasqua a Roma1883). 

Parte dei suoi manoscritti di argomento folkloristico si trovano attualmente conservati presso la Biblioteca Angelica. 
Famosissima la sua opera Usi, costumi e pregiudizi del popolo di Roma, edita in tre volumi, insostituibile guida allo studio della cultura popolare cittadina e raro esempio di prosa in romanesco.

 Loggetta dedicata a
Luigi (detto Giggi) Zanazzo a Roma in via dei delfini
Per i tipi dell'editore Perino fonda  i periodici dialettali Rugantino (1887) e Casandrino (1897) che nello stesso anno si fusero dando vita al Rugantino e Casandrino. Inaugura così la più prolifica stagione della stampa periodica romanesca. I suoi articoli apparivano con le firme pseudonime soprattutto di Abbate Luviggi, ma anche di Mappa, Adorfo e Miodine. Fu dalle colonne del Rugantino che prese il via il festival della canzone romanesca di San Giovanni. Sempre per lo stesso editore nel 1896 diresse Il Valore Italiano periodico storico-militare-patriottico-aneddotico illustrato sino alla sua definitiva chiusura avvenuta il 14 marzo 1897.
Sostenitore di Crispi, fu estromesso dal suo impiego di bibliotecario del Ministero della Pubblica Istruzione a seguito della tristemente famosa epurazione della Minerva.
Muore a Roma, 13 dicembre 1911, a soli 51 anni.
Alla sua memoria è intitolata una via di Trastevere e il bel monumento, con il suo busto bronzeo, eseguito nel 1929 da Amleto Cataldi. L'opera si trova all'inizio di via dei Delfini, sulla parete della sua casa natale, oggi cadente, verso la chiesa di Santa Caterina dei Funari, sotto la sua loggetta. Sul lato destro] sono riportati alcuni versi del poeta: "Da la loggetta / di casa mia m'affaccio / e guardo in giù / vedo la strada / vedo la piazzetta".


  
[immagini tratte da Prose e poesie di Giggi Zanazzo, illustrate da Camuar, editore Edoardo Perino, Roma, 1892]