A Roma sparita non era Natale se nelle strade non si diffondeva il dolce e caratteristico suono dei zampognari e dei pifferai (in romanesco i BBiferari).[leggi qui >>].
Essi arrivavano il 25 novembre, giorno di Santa Caterina, e appena cominciavano a suonare per le strade venivano invitati nelle abitazioni, dove gli veniva offerto vino e anche del cibo detto «il cartoccio della padrona», oltre a qualche soldino.
La novena per il Natale
Gli zampognari venivano a fare le novene (1) davanti agli altarini delle Madonne che si trovavano agli angoli delle strade, nelle botteghe e nelle case.
Fino a '800 inoltrato la tradizione della novena per il Natale era molto sentita a Roma sparita.
La novena si articolava in una introduzione, nella cantata, nella pastorale ed infine nel saltarello.
Molte famiglie di Roma erano clienti fisse da generazioni degli zampognari, quindi le dimore, dove fare la novena, si trasmettevano di padre in figlio e addirittura alcuni si prenotavano più di una novena anche...per non passare da liberali. La novena portata dagli zampognari durava nove giorni.
e costava 2 paoli.
Finito il periodo natalizio i suonatori riuscivano a guadagnare anche 40 o 50 Scudi, che per quei tempi era una cifra considerevole e permetteva di passare qualche mesi senza lavorare.
Per poter suonare per strada, gli zampognari dovevano chiedere un'autorizzazione, che dal 1870 una laica ordinanza postunitaria revocò e così la tradizione della novena scomparve, nonostante le proteste dei romani e dei giornali del tempo.
Nella campagna romana la zampogna si suonava anche durante il carnevale, le feste patronali, i matrimoni, nelle osterie, durante le ottobrate, come testimoniato dalle belle incisioni di Bartolomeo Pinelli.
Gli zampognari e le edicole sacre
Incisione di B. Pinelli |
I piferrai giravano sempre perlomeno in due: il più vecchio che suonava la zampogna, quello più giovane il piffero (in romanesco bifera).
In queste edicole erano poste immagini della Madonna spesso con Gesù Bambino.
E in quanto simbolo della religiosità popolare erano diffuse in tantissime strade e vicoli di Roma, dove anche oggi è possibile ammirarle.
Queste edicole votive erano chiamate Madonnelle, ed erano spesso costituite da immagini dipinte ad affresco o su tela, racchiuse in cornici e baldacchini, a volte scolpite in marmo, ed impreziosite da ex voto.
Alcune erano anche dentro cortili e portoni.
Data la carente illuminazione pubblica, lumini, candele e lampade votive, offerte dai fedeli o dalle numerose confraternite, servivano anche a rischiarare le strade durante la notte.
Leggendo Giggi Zanazzo..
Queste novene venivano fatte una la mattina e una la sera e duravano 18 giorni.
Ogni suonata veniva intramezzata con una canzoncina religiosa,
totalmente incomprensibile per chi li ascoltava, a causa del dialetto ciociaro o abbruzzese.
E un aneddoto riferisce che cantando avrebbero detto:
«E quanto so’ mminchioni ’sti romani Che ddanno da magnà’ a ’sti villani». Parole che però di religioso non avevano proprio nulla ...
Gli zampognari tornavano al loro paese 15 giorni dopo Natale.
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(1) La novena è un'attività di devozione cristiana che consiste principalmente nel recitare preghiere (come il Rosario) ripetute per nove giorni consecutivi. È destinata alla preparazione a una ricorrenza solenne, come il Natale o la Pentecoste, o anche solo per richiedere particolari grazie.