Il confessionale spesso e volentieri usato dai maliziosi preti raccontati dal poeta G.G.Belli.......[vai qui] per impicciarsi della vita intima delle donne romane, ha una storia molto particolare...
Infatti prima della metà del secolo XVI, la confessione avveniva in luoghi disparati, sovente privi di una sede idonea.
Dobbiamo arrivare a San Carlo Borromeo (1538 –1584) per vedere la diffusione di questo arredo sacro.
Egli infatti dispose di introdurre i confessionali in tutte le parrocchie della diocesi di Milano, e diede anche indicazioni sulla loro forma, in particolare per ciò che concerne la chiusura ai due lati e riguardo alla grata che doveva separare il confessore dal penitente.
Da Milano il confessionale si diffuse rapidamente in tutto il mondo.
La diffusione del confessionale si rivelò utile anche in caso delle epidemie, molto diffuse in quell'epoca e successivamente....
Ebbene si!!! questo arredo religioso, molto comune anche oggi nelle nostre chiese, è frutto dello sforzo di questo personaggio che ne volle la sua diffusione: san Carlo Borromeo.
MILANO. Era un momento difficile quello in cui visse Carlo Borromeo. La Chiesa era infatti sconquassata dai movimenti di riforma, Milano era in mani spagnole e vittima di gravi pestilenze. Insomma un periodo nero il cinquecento a Milano.
San Carlo Borromeo |
Carlo aveva ventidue anni e, venuto a Roma, si vide affidata la segreteria di Stato e, l'8 febbr. 1560, l'amministrazione perpetua dell'arcidiocesi di Milano.
Chiaro esempio di quella che è passata alla storia come politica nepotistica.
PRINCIPI DI SAN CARLO. Carlo Borromeo era particolarmente rigido in fatto di rapporti umani. Il principio cui si ispirava era che l’ordine interiore si raggiungesse attraverso l’ordine esteriore
: per rimanere puri occorreva rinunciare il più possibile a contatti con gli altri.
Così la diffusione del confessionale risponde proprio a questa esigenza morale, e in particolare ad allontanare in tentazione i preti...
Sicuraemnte questo personaggio sapeva delle debolezze insite nella
Come già detto indubbiamente ci sarà stata anche la necessità sanitaria di limitare il contatto fra persone, per via delle pestilenze che flaggellavano Milano.
Così si giustifica la necessità di un mobile di legno, chiuso, che consentisse di comunicare tra sacerdote e penitenti solo attraverso una grata bucherellata (con fori "della grandezza di un cece").
San Carlo Borromeo nel 1577 pubblicò due libri sulle Istruzioni intorno alla Fabbrica ed alla suppellettile ecclesiastica [clicca qui] in cui si parlava per la prima volta del confessionale, che prima di lui non esisteva.
Instructionum fabricae et suppellectilis ecclesiasticae libri duo, 1577
Cap. XXIII: Il confessionale