Roma sparita

18 luglio 2019

Roma sparita. Il pittore Achille Pinelli.

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Achille Pinelli, figlio del più noto Bartolomeo,  nasce a Roma nel 1809 e muore a soli 32 anni, a Napoli nel 1841. Forse è anche per la brevità della sua esistenza,  che di lui si hanno poche notizie. Il pittore realizza tra il 1832 e il 1835 una serie di circa duecento acquerelli, attualmente tutti conservati presso le raccolte del Museo di Roma. 

Le poche notizie sulla vita di  Achille
Alcuni biografi del padre accennano al fatto che Achille intraprese lo stesso mestiere del genitore, dedicandosi alla sua stessa arte, sia pur compiendone una rielaborazione volta a superare la retorica e la pomposità paterna verso un più semplice tratto tra il racconto e la satira. Sicuramente non frequentò l’Accademia di San Luca, in quanto il suo nome non compare negli archivi. Non aiutano neanche i pochi scritti di lui che i discendenti del suo amico Antonio Moretti, incisore, pittore e mosaicista romano, hanno donato al Museo di Roma. 
Nella sua ultima lettera, scritta il 7 agosto 1841, informa del suo ricovero  nell’Ospedale degli Incurabili di Napoli il 26 luglio, dove era andato per cambiare aria dopo una malattia. 
Qui morì il 5 settembre.

Gli acquerelli di Achille 
A. Pinelli,
Ottobrata romana
Spesso si tratta di scene ambientate presso alcune chiese della città, con in primo piano episodi desunti dalla vita quotidiana di popolani e borghesi
Utilissime dal punto di vista storico in quanto in queste vedute vengono riprodotti molti edifici oggi non più esistenti e quindi, seppur con qualche imprecisione e ingenuità, forniscono una preziosa testimonianza di angoli di Roma sparita o radicalmente mutata nel corso del tempo. 
Le scene sia quelle incise da Bartolomeo, che quelle acquerellate da Achille  illustrano anche la pittoresca vita romana dell'epoca.

Questi acquarelli di Achille rappresentano angoli di una vecchia Roma che non esiste più, vivaci scene di vita popolare  con liti tra donne, gruppi di romani a far baldoria, feste religiose, feste di carnevale, giochi popolari etc. 
Infatti Achille Pinelli non si è limitato a riportare le facciate di queste chiese, ma, come un vignettista moderno, ne ha popolato la piazza o la via antistante con scene di vita quotidiana. 
Possiamo accostare le scene dipinte da Achille Pinelli che mostrano il popolino” con i popolani dei Sonetti di Giuseppe Gioacchino Belli. 

Bartolomeo e Achille Rispetto alla precisione delle incisioni del padre Bartolomeo, le figure sono forse più abbozzate, ma comunque riescono a documentare l'epoca in cui vennero eseguite. 
Festa di San Antonio
Nella serie di vedute con le chiese di Roma, Achille consegue il risultato più valido e autonomo rispetto alla produzione del padre; al contrario, nelle scene di genere, l’artista ripropone per lo più temi consueti al repertorio di Bartolomeo, tanto da sembrare quasi contraffazioni.
Di questo sembra rendersi conto lo stesso artista, che, con spirito malizioso, 
si firma talora con il solo cognome. In sostanza Pinelli padre rimase legato alla tradizione antica, il figlio era più portato ad una gioiosa ironia.