Il popolo romano era (ed è) famoso per la sua arguzia, per l'ironia e per la satira feroce contro i governanti, gli ecclesiatici, i potenti della terra e non solo...
A Roma sparita, visto che le spie avevano orecchie lunghe, si esercitava comunque la satira però in forma anonima, grazie alle statue parlanti (Pasquino, Marforio. abate Luigi, madama Lucrezia).
Visita dello zar di tutte le Russie.
Un episodio che suscitò una forte ironia è quello che riguarda la seconda visita dello zar Nicola I (1796– 1855) a Roma.
Proprio per questa occasione sono rimasti celebri i pungenti versi, attribuiti a Pasquino, riguardanti proprio questo importante personaggio...
Firenze la giuliva, fa festa quando arriva
Napoli che sa l'arte, fa festa quando parte.
Roma che pensa bene, l'ha ...in culo quando parte e quando viene.
A Roma ovviamente giungeva spesso in visita sovrani e personaggi provenienti da molte nazioni estere. Questo nonostante le difficoltà che comportavano ogni tipo di spostamento in quelle epoche.
Tra il 13 e il 17 dicembre 1845 è in visita a Roma l'Imperatore di tutte le Russie, lo zar Nicola I.
Come prima tappa in Italia, il 23 ottobre 1845, lo zar e la zarina, accompagnati dalla figlia Olga, erano approdati a Palermo, dove Aleksandra Fedorovna doveva trascorrere un periodo di riposo e di cura.
Dopo poco di più di un mese Nicola I, lascia la zarina in Sicilia, e sulla strada del ritorno in Russia, decide di fermarsi a Roma.
Cronaca di Roma parla di Madre Macrina e della persecuzione verso i cristiani
Questa notizia trova conferma in un'opera molto importante per ricostruire la vita romana dell'Ottocento: la Cronaca di Roma, redatta da Nicola Roncalli, il quale in data 2 novembre 1845 conferma la notizia dell'arrivo dello zar e del clamore che avrebbe suscitato tale visita.
Perchè tanto clamore? L'0pinione pubblica era scossa dalla notizia di alcuni episodi di persecuzione avvenuti nei confronti delle monache cristiane.
A denunziare la terribile situazione era stata madre Maccrina, badessa delle monache basiliane di Minsk, nella Polonia russa.
Dopo essere stata a Parigi, Macrina giunge a Roma, dove va ad abitare nel convento del sacri Cuore a Trinità dei Monti, e viene ricevuta dal papa Gregorio XVI
Si diceva che la monaca avesse riferito i fatti al cardinal Mezzofanti, famoso poliglotta dell'epoca, e confermato i tormenti sofferti da lei stessa e dalle sue compagne, come avevano riportato i giornali e le cronache del tempo.
Anche se c'era il sospetto che quanto riportato fosse falso!!
Malgrado queste premesse non certo favorevoli allo zar, il «Diario di Roma» del 13 dicembre 1845 riporta la notizia che:
«Questa mattina, circa le ore 5, è giunta in questa Capitale, proveniente da Napoli, S.M. Nicolò I Imperatore di tutte le Russie e Re di Polonia, sotto il titolo di General Romanoff. La M.S. ha preso alloggio al palazzo Giustiniani, residenza della I. e R. Legazione Russa».*
Il Papa Gregorio XVI decide di ricevere lo zar.
Interessante quanto scrive Roncalli a proposito della visita dello zar e del comportamento che si riteneva avrebbe tenuto Gregorio XVI:
«Si vuole che l'imperatore di Russia venga in Roma quanto prima. Si riflette sulla situazione del Papa per la venuta di tale sovrano, facendosi il caso che questi vada ad ossequiarlo. Si conchiude che il Papa per togliersi d'impaccio, si fingerà malato».
E in effetti il Papa fu decisamente in imbarazzo su come accogliere il sovrano, e per questo riunì il concistoro dei cardinali.
Diplomaticamente i cardinali gli consigliarono di evitare l'incontro e di fingersi malato.
Il Papa però non si trovò d'accordo e la sua risposta fu secca e decisa:
"Non ho mai finto e non lo farò ora. Per parte mia utilizzo le lacrime, le preghiere, è questo è tutto ciò che ritengo a me permesso"».
Grazie al clamore suscitato da questo arrivo e ai contemporanei che ne scrissero abbiamo la possibilità di seguire lo zar nel corso di questo soggiorno romano minuto dopo minuto.
I due colloqui che lo zar ebbe con il Papa Gregorio XVI testimoniano dell'inevitabile valenza politica che il viaggio aveva acquistato, ma non vi è dubbio che Nicola I approfittò di questi cinque giorni per visitare la bellissima Roma in lungo e in largo.
E come cicerone potè avvalersi del cavalier Pietro Ercole Visconti, commissario per le Antichità.
Anche Gogol riferisce della visita dello zar
Come testimoniano alcune lettere dello scrittore e drammaturgo ucraino Gogol l'intera comunità russa residente a Roma e in particolare gli artisti furono mobilitati e non avrebbe potuto essere diversamente.
Dopo una prima visita al Papa, il soggiorno romano di Nicola I si chiuse con un secondo incontro con Gregorio XVI, segno evidente che il Pontefice, malgrado la fermezza delle sue richieste perché terminassero le persecuzioni contro i cattolici, aveva suscitato una grande impressione sullo zar.
Scrive Roncalli:
«La dignità e cordialità con cui si congedò dal vegliardo capo della Chiesa cattolica, anzi il medesimo prolungamento del suo soggiorno nella città eterna, parlano per il suo onore e lasciano sperare che questi giorni non resteranno senza benefiche conseguenze. L'imperatore è troppo grande per non apprezzare la vera grandezza, anche là dove la sua apparizione un poco lo sorprenda».
Lo zar approfitta dela visita per vedere Roma
Nicola I, come accennato, non manco' di visitare la citta'.
La Cronaca del Roncalli ci consente di seguire da vicino gli spostamenti del sovrano che:
«Alle ore 10 ant. dei 16 dicembre (...) usci' da palazzo (...) e si porto' alla pubblica esposizione de' quadri alla piazza del Popolo. (...) Si porto' quindi allo studio dello scultore Wicar al Vicolo del Vantaggio ed uscendone, a piedi, fece la nuova passeggiata di Ripetta, visitando altro studio di un russo. Visitati altri studi di scultura, si diresse alla basilica di S. Paolo sulla via Ostiense».
Infine prima di recarsi dal Papa per la visita di congedo Nicola I non aveva voluto rinunciare alla consueta passeggiata al Pincio e da lì guardare per l'ultima volta lo spettacolo che si godeva sulla città eterna.
Era il 17 dicembre 1845...e Roma era veramente bellissima!!!
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*Il Roncalli, inoltre, dedicò al soggiorno dello zar anche un resoconto specifico dal titolo Le cinque giornate che S.M.I. di Nicolo' I° Imperatore di tutte le Russie e Re di Polonia passo' in Roma nell'anno 1845 dal 13 a tutto il 17 dicembre a Roma, pubblicato a stampa nel 1972
A Roma sparita, visto che le spie avevano orecchie lunghe, si esercitava comunque la satira però in forma anonima, grazie alle statue parlanti (Pasquino, Marforio. abate Luigi, madama Lucrezia).
Visita dello zar di tutte le Russie.
Un episodio che suscitò una forte ironia è quello che riguarda la seconda visita dello zar Nicola I (1796– 1855) a Roma.
Proprio per questa occasione sono rimasti celebri i pungenti versi, attribuiti a Pasquino, riguardanti proprio questo importante personaggio...
Firenze la giuliva, fa festa quando arriva
Napoli che sa l'arte, fa festa quando parte.
Roma che pensa bene, l'ha ...in culo quando parte e quando viene.
A Roma ovviamente giungeva spesso in visita sovrani e personaggi provenienti da molte nazioni estere. Questo nonostante le difficoltà che comportavano ogni tipo di spostamento in quelle epoche.
Tra il 13 e il 17 dicembre 1845 è in visita a Roma l'Imperatore di tutte le Russie, lo zar Nicola I.
Come prima tappa in Italia, il 23 ottobre 1845, lo zar e la zarina, accompagnati dalla figlia Olga, erano approdati a Palermo, dove Aleksandra Fedorovna doveva trascorrere un periodo di riposo e di cura.
Dopo poco di più di un mese Nicola I, lascia la zarina in Sicilia, e sulla strada del ritorno in Russia, decide di fermarsi a Roma.
Cronaca di Roma parla di Madre Macrina e della persecuzione verso i cristiani
Questa notizia trova conferma in un'opera molto importante per ricostruire la vita romana dell'Ottocento: la Cronaca di Roma, redatta da Nicola Roncalli, il quale in data 2 novembre 1845 conferma la notizia dell'arrivo dello zar e del clamore che avrebbe suscitato tale visita.
Perchè tanto clamore? L'0pinione pubblica era scossa dalla notizia di alcuni episodi di persecuzione avvenuti nei confronti delle monache cristiane.
A denunziare la terribile situazione era stata madre Maccrina, badessa delle monache basiliane di Minsk, nella Polonia russa.
Dopo essere stata a Parigi, Macrina giunge a Roma, dove va ad abitare nel convento del sacri Cuore a Trinità dei Monti, e viene ricevuta dal papa Gregorio XVI
Si diceva che la monaca avesse riferito i fatti al cardinal Mezzofanti, famoso poliglotta dell'epoca, e confermato i tormenti sofferti da lei stessa e dalle sue compagne, come avevano riportato i giornali e le cronache del tempo.
Anche se c'era il sospetto che quanto riportato fosse falso!!
Malgrado queste premesse non certo favorevoli allo zar, il «Diario di Roma» del 13 dicembre 1845 riporta la notizia che:
«Questa mattina, circa le ore 5, è giunta in questa Capitale, proveniente da Napoli, S.M. Nicolò I Imperatore di tutte le Russie e Re di Polonia, sotto il titolo di General Romanoff. La M.S. ha preso alloggio al palazzo Giustiniani, residenza della I. e R. Legazione Russa».*
Il Papa Gregorio XVI decide di ricevere lo zar.
Interessante quanto scrive Roncalli a proposito della visita dello zar e del comportamento che si riteneva avrebbe tenuto Gregorio XVI:
«Si vuole che l'imperatore di Russia venga in Roma quanto prima. Si riflette sulla situazione del Papa per la venuta di tale sovrano, facendosi il caso che questi vada ad ossequiarlo. Si conchiude che il Papa per togliersi d'impaccio, si fingerà malato».
E in effetti il Papa fu decisamente in imbarazzo su come accogliere il sovrano, e per questo riunì il concistoro dei cardinali.
Diplomaticamente i cardinali gli consigliarono di evitare l'incontro e di fingersi malato.
Il Papa però non si trovò d'accordo e la sua risposta fu secca e decisa:
"Non ho mai finto e non lo farò ora. Per parte mia utilizzo le lacrime, le preghiere, è questo è tutto ciò che ritengo a me permesso"».
Grazie al clamore suscitato da questo arrivo e ai contemporanei che ne scrissero abbiamo la possibilità di seguire lo zar nel corso di questo soggiorno romano minuto dopo minuto.
I due colloqui che lo zar ebbe con il Papa Gregorio XVI testimoniano dell'inevitabile valenza politica che il viaggio aveva acquistato, ma non vi è dubbio che Nicola I approfittò di questi cinque giorni per visitare la bellissima Roma in lungo e in largo.
E come cicerone potè avvalersi del cavalier Pietro Ercole Visconti, commissario per le Antichità.
Anche Gogol riferisce della visita dello zar
Come testimoniano alcune lettere dello scrittore e drammaturgo ucraino Gogol l'intera comunità russa residente a Roma e in particolare gli artisti furono mobilitati e non avrebbe potuto essere diversamente.
Dopo una prima visita al Papa, il soggiorno romano di Nicola I si chiuse con un secondo incontro con Gregorio XVI, segno evidente che il Pontefice, malgrado la fermezza delle sue richieste perché terminassero le persecuzioni contro i cattolici, aveva suscitato una grande impressione sullo zar.
Veduta di Roma dal Pincio |
«La dignità e cordialità con cui si congedò dal vegliardo capo della Chiesa cattolica, anzi il medesimo prolungamento del suo soggiorno nella città eterna, parlano per il suo onore e lasciano sperare che questi giorni non resteranno senza benefiche conseguenze. L'imperatore è troppo grande per non apprezzare la vera grandezza, anche là dove la sua apparizione un poco lo sorprenda».
Lo zar approfitta dela visita per vedere Roma
Nicola I, come accennato, non manco' di visitare la citta'.
La Cronaca del Roncalli ci consente di seguire da vicino gli spostamenti del sovrano che:
«Alle ore 10 ant. dei 16 dicembre (...) usci' da palazzo (...) e si porto' alla pubblica esposizione de' quadri alla piazza del Popolo. (...) Si porto' quindi allo studio dello scultore Wicar al Vicolo del Vantaggio ed uscendone, a piedi, fece la nuova passeggiata di Ripetta, visitando altro studio di un russo. Visitati altri studi di scultura, si diresse alla basilica di S. Paolo sulla via Ostiense».
Infine prima di recarsi dal Papa per la visita di congedo Nicola I non aveva voluto rinunciare alla consueta passeggiata al Pincio e da lì guardare per l'ultima volta lo spettacolo che si godeva sulla città eterna.
Era il 17 dicembre 1845...e Roma era veramente bellissima!!!
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*Il Roncalli, inoltre, dedicò al soggiorno dello zar anche un resoconto specifico dal titolo Le cinque giornate che S.M.I. di Nicolo' I° Imperatore di tutte le Russie e Re di Polonia passo' in Roma nell'anno 1845 dal 13 a tutto il 17 dicembre a Roma, pubblicato a stampa nel 1972