Roma sparita

14 marzo 2020

Superstizioni popolari: la civetta porta-sfortuna


La civetta, come molti altri animali notturni, è considerato dalla tradizione popolare un animale che porta sfortuna, e molti si augurano che non si metta mai a cantare sopra il proprio tetto, perchè secondo le superstizioni popolari annuncia disgrazie, o addirittura la morte di un abitante della casa. 
E anche a Roma sparita era ritenuta un animale di malaugurio

La civetta e le streghe nei secoli.
Fin dall'antichità e anche per altre culture, la civetta era un simbolo di negatività e di malasorte. Durante il periodo medievale la civetta era associata alla stregoneria: era credenza diffusa che le streghe si servissero di questi uccelli (considerati loro demoni, come il gatto) per realizzare malvagi sortilegi
Addirittura le streghe si credeva avessero la capacità di trasformarsi in civette per girare indisturbate la notte in cerca di erbe velenose, per spiare le
persone, per cacciare animali (soprattutto topi, rospi e pipistrelli) che sarebbero serviti loro per realizzare diabolici filtri. Alcune parti del corpo delle civette, come ad esempio le piume, il cuore, le zampe, le ossa e gli occhi, venivano usate dalle streghe (e non solo) come potenti amuleti e talismani. 
Addirittura, in magia nera, se ne imbalsamava il corpo intero. 


La civetta a Roma sparita
Come già si visto le superstizioni, le credenze erano molto diffuse nel popolo di Roma sparita. In qualche modo si dovevano spiegare fenomeni che all'epoca erano misteriosi: perchè accadevano? chi li provocava? Che cosa si poteva fare per contrastarli?
E così si attribuivano a questo animale, poco conosciuto perchè viveva di notte, varie azioni malevole. 
Come quella collegata alla presenza in casa di qualche moribondo. Si credeva che la civetta sentisse l'odore della morte e dove giaceva un agonizzante  andava sul tetto per tre sere di seguito, emettendo un verso simile al pianto
Secondo la tradizione popolare  il verso della civetta poteva essere simile anche al riso. 
Ascolta il verso della civetta:

Può far morire un neonato
Un'altra superstizione era relativa alla presenza in casa di qualche creatura in fasce. 
Appena suonava l'Avemaria (mezzora circa dopo il tramonto), se fuori della finestra erano stese delle fasce, si doveva andare subito a ritirarle in casa. 
Perchè? La civetta poteva fare il malocchio, e di conseguenza quella povera anima di Dio addirittura morire


Anche del malocchio abbiamo già parlato e a Roma sparita erano tante le occasioni che venivano attribuite al malocchio!! [per saperne di più]  
Tornando al malocchio fatto dalla civetta, c'era però un rimedio per il quale le madri ringraziano in ginocchio! 
Appena si vedeva la civetta, ci si doveva mettere a strillare con tutto il fiato: 
«Sóra Checca, portale la palétta, pe’ scottà’ er culo a la ciovetta!»
[Sora Checca, portale la paletta, per scottare il culo alla civetta!!] Detto questo, non si faceva in tempo a finire, che la civetta capendo il succo del discorso, si metteva a volare velocemente.  

La civetta e l'usanza delle veglie funebri
Una spiegazione plausibile a questa brutta fama che l'ignara civetta si è conquistata è forse questa che segue.
In passato quando non c'era ancora la corrente elettrica la casa del defunto, veniva illuminata con candele e lanterne, e assieme alla famiglia, si usava vegliare e pregare per l'intera notte la persona appena scomparsa. 
Ora questa usanza ha fatto si che succedessero due cose: in primo luogo, nelle notte in cui si effettuavano le veglie funebri le persone, che normalmente in passato andavano a dormire con il calare del sole, rimanevano sveglie per l'intera notte, aumentando in questa maniera la probabilità di sentire il canto degli animali notturni; poi le case in cui si vegliava il morto, erano illuminate cosa che, come ben sappiamo, costituisce un' attrattiva irresistibile per molti insetti notturni come le falene. 
E le falene sono una parte rilevante della dieta di alcune civette, che pertanto erano attirate dalla inusuale concentrazione degli insetti intorno alle case insolitamente illuminate. Di conseguenza la probabilità che chi vegliava un morto sentisse cantare una civetta, aumentava moltissimo. Facile perciò per le persone arrivare a credere che la civetta canti in occasione della morte di qualcuno o, più in generale, che porti sfortuna.