Nel secolo XVII una donna era famosa per aver alimentato ostilità, pettegolezzi e leggende, il cui eco è giunto fino a noi: Donna Olimpia Madalchini, soprannominata la Pimpaccia de Roma.
Olimpia Maidalchini (1591 – 1657)
Donna intelligente, tenace, intraprendente e risoluta, aveva sposato in seconde nozze Pamphilo Pamphilj, uomo molto più anziano di lei.
E così divenne intima (qualcuno dice amante) del cognato Giambattista Pamphilj, eletto papa con il nome di Innocenzo X (1644 -1655).
Per intenderci quello dello splendido ritratto di Diego Velazquez!!
Per intenderci quello dello splendido ritratto di Diego Velazquez!!
Donna Olimpia, proprio grazie allo stretto legame con il pontefice, divenne ricchissima.
Gli furono affibbiati due soprannomi significativi: la “papessa” per il potere acquisito e la “pimpaccia”, cioè una donna facile al peccato, secondo le strofe satiriche dedicatele da Pasquino, una delle “statue parlanti” di Roma.
Il nuovo papa Innocenzo X
D.Velazquez, Innocenzo X |
Con la morte di Urbano VIII Barberini (1623-1644), avvenuta il 29 luglio 1644, il popolo romano, in festa per le vie della città, sperava che, con il nuovo papa, si sarebbe attenuato il nepotismo, che imperversava senza freno tra le mura pontifice. Ma non fu così!!!Il 15 settembre 1644 fu eletto papa il cardinale Giovan Battista Pamphilj, voluto dalla fazione del papa defunto e antifrancese.
I Barberini sperano di mantenere i loro privilegi. Papa Pamphilj era nato a Roma il 6 maggio 1574, era stato avvocato concistoriale e uditore di Rota, nonché nunzio apostolico a Napoli. In virtù della familiarità e di favori scambiati reciprocamente, i Barberini, eredi di Urbano VIII, speravano, appoggiando la sua candidatura, di continuare nel lusso e nell’agiatezza condotta nel pontificato precedente. Quasi subito, invece, Innocenzo X diede corso a una serie di inchieste sui Barberini, con l’intento di far luce sull’enorme crescita del loro patrimonio negli anni precedenti.
Il trionfo di Donna Olimpia. L’elezione al soglio pontificio di Innocenzo X (1644-1655), segnò il trionfo di Donna Olimpia Maidalchini : la ricca vedova viterbese raggiunse una posizione di assoluta centralità nella vita politica romana.
Bagni di Donna Olimpia |
La Roma di metà Seicento vide emergere così Donna Olimpia in poco tempo, tanto che la statua parlante del Pasquino, suo vicino di casa, la definiva “Olim pia, nunc impia” (Una volta pia, ora empia) e avvertiva coloro che avrebbero voluto recarsi a postulare alla porta della gentildonna:“Chi porta trova la porta, chi non porta non trovala porta!”. Nei primi anni del pontificato, Olimpia si dedicò soprattutto a consolidare la posizione economica della famiglia e quella personale. I donativi concessi da Innocenzo X, scrupolosamente documentati da un’inchiesta condotta sotto Alessandro VII, furono consistenti, ma in fondo non molto superiori a quelli che avevano caratterizzato i precedenti pontificati.
Il ruolo assunto da Olimpia nella vita curiale. Sin dall’inizio del pontificato gli osservatori furono colpiti dalla abitudine di Olimpia a recarsi negli appartamenti papali e dalla pretesa di apparire in primo piano in cerimonie pubbliche. Questo presenzialismo era, allo stesso tempo, la manifestazione di un carattere prepotentemente impegnato in uno sforzo di auto-affermazione, ben colto nel busto della Maidalchini realizzato dell’Algardi nel 1646 e l’espressione di una coerente strategia che mirava a fare dei Pamphili-Maidalchini un punto di riferimento per la nobiltà romana. Però durante gli anni del pontificato Pamphilj, il reale influsso della donna sugli affari politici non può essere sopravvalutato: questa, infatti, non esercitò alcuna influenza sulle gran sulle grandi direttrici della politica europea della Santa Sede, che rimasero appannaggio dei rodati organi curiali, né, d’altra parte, avrebbe avuto gli strumenti culturali per farlo.
Palazzo Pamphily a Piazza Navona |
I Bagni di Donna Olimpia. L'antico Borgo Ripa dei Pamphilj era sorto sul Lungotevere Ripa nel 1640 tra la sponda del Tevere e le case medioevali di Trastevere. Concepito fin dall’inizio con un magnifico giardino e una loggia rivolta verso il fiume. In fondo c'era, e c'è, una chiesa del 1088 dc, Santa Maria in Cappella, con una navata centrale, realizzata per la corte di Donna Olimpia su un mitreo romano. Durante i lavori di restauro sono state ritrovate preziose reliquie di San Pietro e un un bel crocifisso del Borromini.
In quel secolo in cui le pochissime donne potenti attiravano odio e disprezzo, il Borgo Ripa assieme al Palazzo Pamphilj di piazza Navona, diventerà il regno di donna Olimpia Maidalchini.Da oltre cento anni il giardino delle delizie, conosciuto anche come i Bagni di Donna Olimpia Pamphilj era caduto nell' abbandono e solo attualmente, dopo un accurato restauro, è rinato a nuova vita.
l palazzo Pamphilj e Maidalchini in Piazza Navona. Dopo l’elezione del cognato-papa, Olimpia si preoccupò immediatamente della sistemazione e
dell’ammodernamento del palazzo di famiglia nel rione Parione, inglobando il
vecchio palazzo Pamphilj in un nuovo e sfarzoso edificio degno del ruolo che suo
cognato e il suo entourage avrebbero dovuto ricoprire. Il compito di progettare un così lussuoso e
simbolico palazzo fu affidato a Girolamo Rainaldi, coetaneo e già in precedenza
al servizio del cardinal Pamphilj, che fu nominato dal nuovo pontefice architetto
di casa e fu coadiuvato dal figlio Carlo.
Palazzo Pamphily
a Piazza Navona
Nel 1645 Girolamo Rainaldi fu incaricato di razionalizzare le costruzioni assortite in maniera difforme in un palazzo di famiglia, la cui facciata principale guardasse su Piazza Navona.
a Piazza Navona
Il palazzo proposto doveva occupare l’intera ampiezza del blocco che fronteggiava la piazza da un lato, e guardare dall’altro quella che è l’attuale via dell’Anima.Nel 1647 Innocenzo X progettò una più degna sistemazione della piazza con la costruzione di una fontana al centro, in sostituzione della semplice vasca quadrilatera che fungeva da “beveratore delli cavalli”. Per questo motivo il pontefice fece condurre nella piazza circa 150-180 once di acqua dal condotto dell’Acqua Vergine, a conferma della grande importanza che Innocenzo X dava all’opera. Inizialmente il progetto fu affidato al Borromini, ma Gian Lorenzo Bernini, allora in disgrazia presso il papa, riuscì a riguadagnare il favore della potente donna con uno stratagemma: fece pervenire a Olimpia (e quindi al papa) un modellino d’argento della fontana. Il pontefice, vedendo “per caso” il modellino, ne rimase entusiasta e trasmise l’ordine al Bernini.Piazza Navona, in questo modo, sarebbe diventata l’epicentro della strategia papale, tanto che la piazza fu inserita nel 1644 nel percorso dellavia papalis in occasione della presa di possesso da parte di Innocenzo X.
Santa Maria in Cappella |