Roma sparita

17 marzo 2022

Nella Roma del Seicento, la leggenda di Donna Olimpia detta la Pimpaccia

Nel secolo XVII una donna era famosa per aver alimentato ostilità, pettegolezzi e leggende, il cui eco è giunto fino a noi: Donna Olimpia Madalchini, soprannominata la Pimpaccia de Roma.
Olimpia Maidalchini (1591 – 1657)
Donna intelligente, tenace, intraprendente e risoluta, aveva sposato in seconde nozze Pamphilo Pamphilj, uomo molto più anziano di lei. 
E così divenne intima (qualcuno dice amante) del cognato Giambattista Pamphilj, eletto papa con il nome di Innocenzo X (1644 -1655). 
Per intenderci quello dello splendido ritratto di Diego Velazquez!!
Donna Olimpia, proprio grazie allo stretto legame con il pontefice, divenne ricchissima
Gli furono affibbiati due soprannomi significativi: la “papessa” per il potere acquisito e la “pimpaccia”, cioè una donna facile al peccato, secondo le strofe satiriche dedicatele da Pasquino, una delle “statue parlanti” di Roma.
Il nuovo papa Innocenzo X
D.Velazquez,
Innocenzo X

Con la morte di Urbano VIII Barberini (1623-1644)avvenuta il 29 luglio 1644, il popolo romano, in festa per le vie della città, sperava che, con il nuovo papa, si sarebbe attenuato il nepotismo, che imperversava senza freno tra le mura pontifice. Ma non fu così!!!Il 15 settembre 1644 fu eletto papa il cardinale Giovan Battista Pamphilj, voluto dalla fazione del papa defunto e antifrancese.

I Barberini sperano di mantenere i loro privilegi. Papa Pamphilj era nato a Roma il 6 maggio 1574, era stato avvocato concistoriale e uditore di Rota, nonché nunzio apostolico a Napoli. In virtù della familiarità e di favori scambiati reciprocamente, i Barberini, eredi di Urbano VIII, speravano, appoggiando la sua candidatura, di continuare nel lusso e nell’agiatezza condotta nel pontificato precedente. Quasi subito, invece, Innocenzo X diede corso a una serie di inchieste sui Barberini, con l’intento di far luce sull’enorme crescita del loro patrimonio negli anni precedenti.

Il trionfo di Donna Olimpia. L’elezione al soglio pontificio di Innocenzo X (1644-1655), segnò il trionfo di Donna Olimpia Maidalchini : la ricca vedova viterbese raggiunse una posizione di assoluta centralità nella vita politica romana.
Bagni di Donna Olimpia
Olimpia divenne ben presto la musa ispiratrice del pontefice: donna ambiziosa, avida, intrigante, di cui contemporanei dissero tutto il male possibile, con un giudizio così negativo da alimentare la fantasia popolare, e la leggenda che  la si fece diventare, dopo morta, un fantasma che infestava Piazza Navona. Tra i due cognati nacque così un sodalizio, forse solo platonico, ma che comunque diede origine a malevole dicerieTutta la famiglia del papa si stabilì nel palazzo di Piazza Navona, dove Donna Olimpia si adoperò per farne un vero e proprio salotto per tutta la città, divenendo il centro del potere di Roma. Scandalizzati dai legami personali del papa con la terribile cognata, gli osservatori di quei tempi guardavano con preoccupazione ai privilegi concessi alla famiglia del nuovo papa. Già prima del conclave, avevano valutato con sfavore l’ipotesi di un pontificato in cui “potesse havere gran mano la cugnata”.

Olimpia

La Roma di metà Seicento vide emergere così Donna Olimpia in poco tempo, tanto che la statua parlante del Pasquino, suo vicino di casa, la definiva Olim pia, nunc impia” (Una volta pia, ora empia) e avvertiva coloro che avrebbero voluto recarsi a postulare alla porta della gentildonna:“Chi porta trova la porta, chi non porta non trovala porta!”. Nei primi anni del pontificato, Olimpia si dedicò soprattutto a consolidare la posizione economica della famiglia e quella personale. I donativi concessi da Innocenzo X, scrupolosamente documentati da un’inchiesta condotta sotto Alessandro VII, furono consistenti, ma in fondo non molto superiori a quelli che avevano caratterizzato i precedenti pontificati. 

Il ruolo assunto da Olimpia nella vita curiale. Sin dall’inizio del pontificato gli osservatori furono colpiti dalla abitudine di Olimpia a recarsi negli appartamenti papali e dalla pretesa di apparire in primo piano in cerimonie pubbliche. Questo presenzialismo era, allo stesso tempo, la manifestazione di un carattere prepotentemente impegnato in uno sforzo di auto-affermazione, ben colto nel busto della Maidalchini realizzato dell’Algardi nel 1646 e l’espressione di una coerente strategia che mirava a fare dei Pamphili-Maidalchini un punto di riferimento per la nobiltà romana. Però durante gli anni del pontificato Pamphilj, il reale influsso della donna sugli affari politici non può essere sopravvalutato: questa, infatti, non esercitò alcuna influenza sulle gran sulle grandi direttrici della politica europea della Santa Sede, che rimasero appannaggio dei rodati organi curiali, né, d’altra parte, avrebbe avuto gli strumenti culturali per farlo. 

Palazzo Pamphily 
a Piazza Navona
Assai importante fu invece il suo ruolo nella gestione del patronage pontificio e negli affari che più direttamente toccavano il rapporto del papa con le aristocrazie italiane. L’assegnazione di donativi e cariche di palazzo passò frequentemente per le mani di donna Olimpia, che dimostrò una rapacità forse non superiore a quella dei membri di altre famiglie papali, ma assai più malvista perchè donna e non  si accompagnava a una reale capacità di elaborazione politica.

I Bagni di Donna Olimpia. L'antico Borgo Ripa dei Pamphilj era sorto sul Lungotevere Ripa nel 1640 tra la sponda del Tevere e le case medioevali di Trastevere. Concepito fin dall’inizio con un magnifico giardino e una loggia rivolta verso il fiume. In fondo c'era, e c'è, una chiesa del 1088 dc, Santa Maria in Cappella, con una navata centrale, realizzata per la corte di Donna Olimpia su un mitreo romano. Durante i lavori di restauro sono state ritrovate preziose reliquie di San Pietro e un un bel crocifisso del Borromini. 

In quel secolo in cui le pochissime donne potenti attiravano odio e disprezzo, il Borgo Ripa assieme al Palazzo Pamphilj di piazza Navona, diventerà il regno di donna Olimpia Maidalchini.Da oltre cento anni il giardino delle delizie, conosciuto anche come i Bagni di Donna Olimpia Pamphilj era caduto nell' abbandono e solo attualmente, dopo un accurato restauro,  è rinato a nuova vita. 

l palazzo Pamphilj e Maidalchini  in Piazza NavonaDopo l’elezione del cognato-papa, Olimpia si preoccupò immediatamente della sistemazione e dell’ammodernamento del palazzo di famiglia nel rione Parione, inglobando il vecchio palazzo Pamphilj in un nuovo e sfarzoso edificio degno del ruolo che suo cognato e il suo entourage avrebbero dovuto ricoprire. Il compito di progettare un così lussuoso e simbolico palazzo fu affidato a Girolamo Rainaldi, coetaneo e già in precedenza al servizio del cardinal Pamphilj, che fu nominato dal nuovo pontefice architetto di casa e fu coadiuvato dal figlio Carlo. 
Palazzo Pamphily
a Piazza Navona
Nel 1645 Girolamo Rainaldi fu incaricato di razionalizzare le costruzioni assortite in maniera difforme in un palazzo di famiglia, la cui facciata principale guardasse su Piazza Navona. 

Il palazzo proposto doveva occupare l’intera ampiezza del blocco che fronteggiava la piazza da un lato, e guardare dall’altro quella che è l’attuale via dell’Anima.Nel 1647 Innocenzo X progettò una più degna sistemazione della piazza con la costruzione di una fontana al centro, in sostituzione della semplice vasca quadrilatera che fungeva da “beveratore delli cavalli”. Per questo motivo il pontefice fece condurre nella piazza circa 150-180 once di acqua dal condotto dell’Acqua Vergine, a conferma della grande importanza che Innocenzo X dava all’opera. Inizialmente il progetto fu affidato al Borromini, ma Gian Lorenzo Bernini, allora in disgrazia presso il papa, riuscì a riguadagnare il favore della potente donna con uno stratagemma: fece pervenire a Olimpia (e quindi al papa) un modellino d’argento della fontana. Il pontefice, vedendo “per caso” il modellino, ne rimase entusiasta e trasmise l’ordine al Bernini.Piazza Navona, in questo modo, sarebbe diventata l’epicentro della strategia papale, tanto che la piazza fu inserita nel 1644 nel percorso dellavia papalis in occasione della presa di possesso da parte di Innocenzo X.
Santa Maria
in Cappella
I progetti e gli interventi di Girolamo Rainaldi, Borromini e Bernini, Pietro da Cortona e di altri artisti ridefinirono la piazza come “Corte dei Pamphilj”, dove si prevedeva tra l’altro di trasferire la Curia con gli uffici giuridico-amministrativi.

Anche Zanazzo ne parla..I bagni di Donna Olimpia, si chiamava così un bel palazzo con un bel giardino, con la comodità di poter fare i bagni direttamente al fiume, che Donna Olimpia Panfilj aveva a Trastevere, vicino Santa Maria In Cappella. Ai tempi in cui scrive Zanazzo, dopo la costruzione dei muraglioni del Tevere ciò non è più possibile.Donna Olimpia ci andava quasi sempre a divertirsi e afre i bagni.  Tanto è vero che a mezzanotte in punto ancora adesso, si sente la carrozza di donna Olimpia traversare ponte Sisto per recarsi al suo Palazzo.