Roma sparita

7 settembre 2016

Roma sparita. Il terremoto

Anche a Roma sparita si conosceva e si temeva il terremoto
Sono stati diverse le scosse che hanno creato danni e diffuso panico nella città. Roma risente piuttosto delle scosse che colpiscono l'area dei Colli Albani e, soprattutto, dell'appennino centrale. 
Ma di fronte ad un evento così potente, in quelle epoche in cui mancavano tutti i mezzi di informazione pronti a dare spiegazioni scientifiche sui fenomeni naturali, ogni persona  voleva, chiedeva una spiegazione..... ovviamente le spiegazioni che venivano date erano assai poco scientifiche...
Fin dai tempi antichi, a secondo dell'epoca, il terremoto era attribuito dai pagani all'ira degli dei, o dai cristiani al diavolo....e chi ne ha più ne metta.

Il terremoto secondo Zanazzo
A Roma sparita così si addossava la colpa di un evento così terribile che colpiva maggiormente i poveracci che abitavano in casupole al Diavolo, che con le sue azioni mirava a peggiorare l'esistenza terrena dell'uomo. 
E proprio i legami fra il diavolo e il terremoto trovano testimonianza nel testo di Zanazzo, che riporta quanto descritto da G.G.Belli nel sonetto intitolato "Er teremoto".

Ecco la  spiegazione che si tramandava...
In fondo alla terra c'è una gran buca molto profonda, dove scola tutta l'acqua del mondo, e rimane lì dentro, come se questa buca fosse una grande pentola.
Quando il diavolo decide  prende una torcia di pece, un coperchio e l'accende. Va nella buca e fa bollire tutta l'acqua. Allora l'acqua si alza di livello e, come fa la pentola quando bolle sul fuoco col coperchio, fuorisce  facendo cadere il coperchio. Allora il mondo balla e questo ballo si chiama terremoto.
Quando viene il terremoto, e ci si trova dentro casa, l'unico modo di salvarsi è di ficcarsi sotto il vano della porta o di una finestra e intonare le litanie.

Anche il poeta romanesco GG Belli denuncia chi lucra sulla terribile disgrazia del terremoto....


Il terremoto ispira anche Gioacchino Belli, che certamente aveva vissuto la terribile esperienza della terra che trema. 
Infatti il venerdì 13 gennaio 1832 alle due pomeridiane anche a Roma si avvertirono le scosse del  terribile terremoto che colpì l'Umbria  e particolarmente Foligno (intensità 6.1 Richter) e che fece  40-50 vittime e danni al patrimonio storico artistico della zona.

Impaurito dal terremoto,  Belli descrive, con brevi pennellate realistiche, gli effetti di quel terribile evento sugli umani: la paura, il tremolare e cadere delle cose,  lo svegliarsi di notte all'improvviso..scoprendo qualche segreta intimità di letto..... 

Questi i titoli dei i Sonetti, scritti  a cavallo del 1832-34
Er terramoto de venardí.( n. 4 sonetti)
Er terremoto de sta notte.
Le lemosine p’er terremoto.

Come risulta dal titolo dell'ultimo sonetto, ieri come oggi c'era la necessità di chiedere aiuto ai privati tramite collette per sopperire a fatti catastrofici.

E così anche in occasione di questo terremoto fu fatta una colletta pubblica  per aiutare e risarcire i danni provocati da quel flagello.


B. Pinelli
I fondi raccolti in seguito al terremoto di Foligno vennero versati al vescovo di Assisi..

E proprio verso costui Belli lancia una pesante accusa (anche se nei versi successivi è messa in forse???) di malversazione verso il vescovo accusato di aver sperperato questi denari prima ancora che i danni fossero riparati. 

Come dire "Niente di nuovo sotto il sole"..........Come al solito la satira di Belli è feroce contro quei preti, cardinali ecclesiastici tout court accusati di pensare solo ed esclusivamente ai loro interessi.


dal Sonetto Le lemosine p’er terremoto
...Ma annatesce  a pparlà! «Ssori cojjoni»,
v’arisponne, «l’ho spesi mejjo assai
ner fà una compaggnia de Scenturioni». 
Bbasta, o sii vero o ’na bbuscía  ggiocosa,
er terremoto come ll’antri guai
pe li vescovi è bbono a cquarche ccosa.

(Versione
...Ma andateci a parlare «Signori cojoni» , [il vescovo] vi risponde: «L'ho spesi ( i soldi) in compagnia dei centurioni(aiutanti del vescovo)»
basta, o se è vero o se è una bugia giocosa,
il terremoto come gli altri guai 
per i vescovi è buono a qualche cosa....)