Fra le tante leggende che si raccontavano a Roma sparita, una aveva per protagonista un papa capriccioso e prepotente.
Non possiamo dire chi e quando, perchè del suo nome si è perso il ricordo.. ma in tempi lontani proprio un papa fu preso da una forte voglia di mangiare ciliege.
Questa leggenda, che attribuisce al pontefice un desiderio bizzarro ma nello stesso tempo perentorio (spesso attribuito alle donne incinte capricciose in conseguenza del loro stato), calca la mano su un aspetto che accompagnava il potere a Roma sparita (e non solo qui e in quei tempi): quello di volere e potere ottenere tutto e subito...
Al contrario del popolo che con la testa bassa vedeva, subiva e mandava giù questi comportamenti e questi potenti..salvo poi sentirli glorificati come benefattori e come eventi miracolosi nelle prediche dei preti...
Al contrario del popolo che con la testa bassa vedeva, subiva e mandava giù questi comportamenti e questi potenti..salvo poi sentirli glorificati come benefattori e come eventi miracolosi nelle prediche dei preti...
Come dire.... cornuti e mazziati!!!
Curiosando nei testi di Giggi Zanazzo. Si racconta che tutti i domestici del papa, dal cuoco ai servitori si mobilitarono per trovare questi pregiati frutti, ma era il 25 aprile e la stagione non era quella giusta per vedere i rami pieni pieni di ciliegie.
Un fidato e volenteroso giardiniere si ricordò che nel giardino c'era un albero di ciliege e così andò ad ispezionare se per caso fosse già maturato qualche frutto.
Mentre controllava l'albero di ciliegie, che però era vuoto, gli apparve San Marco.
Emmanuel Tzanes,
San Marco Evangelista, 1657
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Si racconta così che il santo, commosso da tanta devozione per il papa, benedisse l'albero accanto a sé e al giardiniere. Sui rami spuntarono allora miracolosamente grappoli di ciliege in grande quantità.
Il desiderio del papa fu così soddisfatto e da allora tutti i papi mangiarono ciliege nel giorno di San Marco per ricordare il miracolo.
E altrettanto fecero tutti i buoni cristiani, anche a costo di spendere cifre esorbitanti per acquistare la dolce primizia.
Basilica di san Marco a Venezia statua di san Marco |
Ieri come oggi, le reliquie erano un potente aggregatore sociale; inoltre attiravano pellegrini e contribuivano a innalzare il numero della popolazione nelle città, effetto molto importante per un urbanesimo agli albori che stentava ad affermarsi sulle popolazioni prevalentemente rurali.
Ogni reliquia era quindi bene accetta assieme a chi la recava e quella di San Marco lo fu particolarmente a Venezia, in quanto proprio quel Santo, mentre era in vita, avrebbe evangelizzato le genti venete divenendone Patrono ed emblema sotto forma di leone alato.
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vedi L.Zanasso e la leggenda XXVIII nel volume: Novelle, favole e leggende romanesche.