Roma sparita

28 gennaio 2012

Roma sparita. Fortuna o iettatura.

Al posto degli odierni oroscopi, nella Roma sparita c'erano altri modi per capire se la giornata appena iniziata sarebbe stata fortunata. 


Il prete. Innanzitutto incontrare un prete appena si usciva da casa la mattina portava bene.
E visto l'alto numero di preti che si concentravano a Roma , la scelta di dare una positività a questo simbolo, che invece in altre zone è accompagnato dagli scongiuri per via dell'abbinamento prete-morte, la dice lunga sulla diffusione delle credenze popolari. 


Il cavallo bianco. Altro simbolo fortafortuna era il cavallo bianco, più raro rispetto agli altri dal mantello scuro. I cavalli, e i muli nella Roma sparita  erano piuttosto comuni, poichè l'unico mezzo di trasporto e per girare e trasportare erano le carrozze, i calessi, gli strascini che circolavano per le vie della Roma sparita .


Il gobbo. Simbolo della fortuna per antonomasia era l'incontro con il gobbo, meglio se con la gobba davanti e di dietro.  Di segno opposto era invece l'incontro con la versione femminile: cioè la gobba. In questo caso sfortuna e jettura erano dietro l'angolo.
Al gobbo, poveraccio, si doveva cercare, magari con una scusa, di accarezzare bene la gobba; mentre un trattamento diverso era riservato alla gobba: a cui si doveva addirittura sputare dietro.


Altre credenze. A Roma poi c'era un metodo sicuro meglio delle corna per scongiurare la jettatura : attastatina ar... vivo![ cioè una tastatina ai coglioni]
E dopo il tocco dell'Avemmaria in serata,  si doveva stare bene attenti a non scopare la casa, perchè voleva dire scacciare la fortuna .
Dopo il tocco dell'Avemaria in serata,  si doveva stare bene attenti a non scopare la casa, perchè voleva dire scacciare la fortuna


Amuleti generici per avere fortuna erano da portare sempre in tasca: una nocchia, o una noce, o ’na castagna.
Invece per aver fortuna dentro casa si doveva tenere una lucertola viva a tre code, molto difficile da trovarsi, oppure una lucertolina appena nata.
Fra gli oggetti in grado di portare fortuna  uno dei più gettonati era il ferro di cavallo, tenuto in casa o appeso alla porta della propria dimora.
Ancora oggi considerati simbolo di fortuna e fortunato è colui /e che li trova per la strada e li appende dietro alla porta di casa con le punte all'insù. Se le punte sono verso il basso sembra invece portare sfortuna..
In molti casi non è spiegabile la correlazione tra l’oggetto e il suo valore di propiziazione delle forze positive a vantaggio dell’individuo, in quanto affonda le sue radici in eventi, credenze, fatti molto lontani nel tempo.
Sebbene ne sia ignorata l'origine, però tutti ci credono. Una sorta di credenza collettiva basata sulla necessità di proteggersi dal male  e messa in atto senza chiedersene le ragioni. 
In particolare nel caso del ferro di cavallo si deve risalire ai rapporti fra contadini e cavalieri. Ogni volta che il cavallo di un cavaliere perdeva un ferro, i contadini molto poveri speravano di guadagnare qualcosa  aiutando i cavalieri a rimettere a posto il ferro che si era staccato e in cambio spesso ricevevano qualche moneta.
Da qui la credenza che trovare un ferro di cavallo e tenerlo in casa porti fortuna, in ricordo di quel guadagno economico conseguito dai contadini.