Roma sparita

13 maggio 2023

Il confessionale

Il confessionale spesso e volentieri usato dai maliziosi preti raccontati dal poeta G.G.Belli.......[vai qui] per impicciarsi della vita intima delle donne  romane, ha una storia molto particolare...
Infatti prima della metà del secolo XVI, la  confessione avveniva in luoghi disparati, sovente privi di una sede idonea. 
Dobbiamo arrivare a San Carlo Borromeo (1538 –1584) per vedere la diffusione di questo arredo sacro.
Egli infatti dispose di introdurre i confessionali in tutte le parrocchie della diocesi di Milano, e diede anche indicazioni sulla loro forma, in particolare per ciò che concerne la chiusura ai due lati e riguardo alla grata che doveva separare il confessore dal penitente. 
Da Milano il confessionale si diffuse rapidamente in tutto il mondo.
La diffusione del confessionale si rivelò utile anche in caso delle epidemie, molto diffuse in quell'epoca e successivamente....
Ebbene si!!! questo arredo religioso, molto comune anche oggi nelle nostre chiese, è frutto dello sforzo di questo personaggio che ne volle la sua diffusione: san Carlo Borromeo.

MILANO. Era un momento difficile quello in cui visse Carlo Borromeo. La Chiesa era infatti sconquassata dai movimenti di riforma, Milano era in mani spagnole e vittima di gravi pestilenze. Insomma un periodo nero il cinquecento a Milano. 

San Carlo Borromeo
SAN CARLO BORROMEO. Discendeva da un'antica e ricca famiglia originaria di Padova, così quando suo zio venne eletto papa con nome di Pio IV (1499- 1565), un mese dopo, il 31 genn. 1560, divenne cardinale
Carlo aveva ventidue anni e, venuto a Roma, si vide affidata la segreteria di Stato e, l'8 febbr. 1560, l'amministrazione perpetua dell'arcidiocesi di Milano.
Chiaro esempio di quella che è passata alla storia come politica nepotistica.

PRINCIPI DI SAN CARLO. Carlo Borromeo era particolarmente rigido in fatto di rapporti umani. Il principio cui si ispirava era che l’ordine interiore si raggiungesse attraverso l’ordine esteriore
: per rimanere puri occorreva rinunciare il più possibile a contatti con gli altri.
Così la diffusione del confessionale risponde proprio a questa esigenza morale, e in particolare ad allontanare in tentazione i preti... 
Sicuraemnte questo personaggio sapeva delle debolezze insite nella
Come già detto indubbiamente ci sarà stata anche la necessità sanitaria di limitare il contatto fra personeper via delle pestilenze che flaggellavano Milano. 
Così si giustifica la necessità di un mobile di legno, chiuso, che consentisse di comunicare tra sacerdote e penitenti solo attraverso una grata bucherellata (con fori "della grandezza di un cece").

San Carlo Borromeo nel 1577 pubblicò due libri sulle Istruzioni intorno alla Fabbrica ed alla suppellettile ecclesiastica [clicca qui] in cui si parlava per la prima volta del confessionale, che prima di lui non esisteva.
 
Instructionum fabricae et suppellectilis ecclesiasticae libri duo, 1577

Cap. XXIII: Il confessionale

Anche nella chiesa più modesta ve ne devono essere al­meno due, per tener distinti gli uomini dalle donne. Se gli officianti sono molti, come nelle cattedrali e nelle collegiate, ve ne sarà uno per ciascuno, sempre distinti fra quelli riservati al­l'uno e all'altro sesso. Dev'essere in legno, chiuso su cinque lati ma aperto sul davanti, con la possibilità però di chiuderlo a chiave con un cancello o un graticcio perchè "quando non c'è il confessore, laici, vagabondi o persone sudicie non vi si possano sedere e dormire oziosamen­te, con irriverenza del ministero che ivi si esercita" ( pag. 124).  Dev'essere diviso vertical­men­te in due ambiti, uno per il sacerdote e uno per il penitente, e dev'essere collocato in modo che il sacerdote si trovi sempre verso l'altar maggiore e il penitente verso la porta. Il tramezzo fra i due ambiti dev'essere aperto da uno sportello che verso il confessore avrà una tendina e verso il penitente una grata piuttosto fitta (con fori "della grandezza di un cece"). Da entrambe le parti vi saranno cartelli pro-memoria per le rispettive funzioni.