Roma sparita

18 gennaio 2023

I Giudei raccontati da G. Zanazzo

Il Ghetto di Roma, istituito da papa Paolo IV nel 1555, è tra i più antichi ghetti del mondo, secondo solo a quello di Venezia, sorto 40 anni prima. Passeggiando tra le vie e le piazze del luogo in cui per più di tre secoli furono obbligati a risiedere gli ebrei romani, potremo rivivere la loro storia e quella del luogo dove vissero per centinaia di anni. Il quartiere ha ancora oggi un’importante presenza della comunità ebraica di Roma che lo caratterizza, in un suggestivo intreccio di tradizioni ebree e di cambiamenti moderni.

Zanazzo racconta.
A proposito degli ebrei a Roma G. Zanazzo dice che al tempo in cui regnavano i pontefici, gli giudei erano malvisti dappertutto.
Per farli crescere con l'odio si diceva che in tempo della loro Pasqua, le ciambelle che mangiavano negli otto giorni prima di pasqua, erano impastate con il sangue di un ragazzino, che loro rubavano e svenavano. 
Al tempo in cui scriva Zanazzo, invece ogni tanto si spargeva una voce, non si sa da chi, che una creatura cristiana era stata rubata dai giudei. Dai romani erano accusati pure di ricettare tutta la roba che si rubava per Roma; e di fare i cravattari, cioè di prestare i soldi a strozzo.
Stavano, poveracci, confinati nel ghetto in certe taverne talmente sporche e puzzolenti, che facevano rivoltare lo stomaco; e erano la calamita di tutti gli scherzi più crudeli, da parte di tutta la canaglia cristiana.
Usanze dei giudei
I giudei, allora, erano talmente attaccati alla loro religione, che non mangiavano mai carne di porco; e la festa, ossia lo Shabbat (il sabato), non andavano sulla carrettella, non commerciavano, e insomma non facevano niente, tanto è vero che non accendevano neanche il fuoco per mangiare. 
In modo che tutti i vagabondi cristiani, quando era entrato lo Shabbat (che iniziava il venerdì sera) giravano per il ghetto strillando: "Chi accende?".
I giudei li chiamavano e con un grosso (cinque bajocchi) il cristiano gli accendeva il fuoco, andava a fare la spesa e certe volte gli cucinava pure. Anzi le famiglie giudee benestanti, per non vedere per casa sempre facce nuove (e che facce), avevano una domestica, che era sempre cristiana. 
E il venerdì sera, ricordo come fosse adesso, all'ora che entrava la loro festa, il sagrestano delle scole (sinagoghe) girava per il ghetto strillando: E' entrato lo Shabbat!