Roma sparita

18 maggio 2023

Roma sparita. Storia di Guendalina Talbot, donna buona e caritatevole

 Gwendaline Talbot,
contessa di Shrewsbury
(1817-1840)
Tanta povera gente, tanti bisognosi,  ammalati, invalidi, mendicanti popolavano Roma sparita
In un mondo in cui non esisteva il welfare, un aiuto poteva venire ai bisognosi  da una delle tante istituzioni caritatevoli, che nei secoli erano state create anche con l'obiettivo di arginare e controllare questa diffusa piaga sociale. 
Lo scopo non era spesso quello della carità cristiana,  ma piuttosto il pericolo per l'ordine pubblico, che una massa di diseredati in giro per la città costituiva.
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Talvolta alle istituzioni religiose, agli ospedali, ospizi etc si affiancavano uomini e donne che avevano fatto della carità uno scopo di vita cristiana. 

Ovviamente questi benefattori e  benefattrici si contavano sulle dita delle mani.

Una dama per le strade di Roma. In questa difficile situazione, una dama in particolare, diventata un personaggio nelle strade di Roma, aveva fatto breccia nel cuore dei diseredati romani, che rimasero fedeli anche alla sua memoria per la bontà, la misericordiaassistenza  dimostrata nei loro confronti da questa giovane nobildonna. 
E se ne ricordarono per un lungo periodo!!!
Si trattava di Guendalina Borghesenata Talbot, che morì prematuramente nel 1840 alla giovane età di soli 23 anni, e che, come detto, rimase a lungo nella memoria del popolo. 

Viaggi a fini educativi
Guendalina Talbot era una nobildonna inglese, nata il 3 dicembre 1817 nella contea di Gloucestershire, in Inghilterra da nobile famiglia di origine irlandese. 
Insieme alla famiglia cominciò fin da piccola a viaggiare: Francia, Svizzera e Italia. 
A Roma nel 1823, Guendalina inisieme al padre Conte di Talbot fu ricevuta da Pio VII e si racconta che la ragazzina riportò grande impressione dalla figura del pontefice e della città, dove ritornò anche negli anni successivi per passare l'inverno, giovandosi insieme alla sua famiglia del clima mite della città. 
Dopo un soggiorno a  Napoli, nel 1826 era di nuovo a Roma, e dopo,  facendo un lungo viaggio, torno di nuovo in Inghilterra
Il padre era infatti convinto dell'importanza dei viaggi a fini educativi. E proprio in quel periodo Guendalina  cominciò ad approfondire la sua cultura con lo studio della storia, di cui quella romana era un capitolo importante, nonchè delle lingue italiana e francese

Guendalina giovane donna misericordiosa
E già, quando risiedeva in Inghilterra, cominciò ad interessarsi dei poveri, dei diseredati che circondano le tenute di famiglia.
In quanto ad aspetto fisico, Guendalina era bellissima e ricordava le angeliche figure dipinte da Raffaello
Arrivata a 17 anni, bella, ricca, nobile, con una buona educazione e un animo gentile e misericordoso Guendalinadopo aver viaggiato tanto, era di nuovo a Roma, ormai diventata sua seconda patria. 
Marc'Antonio Borghese
Qui non poteva sottrarsi all'ammirazione di signori romani che iniziarono a corteggiarla. E varie furono le richieste di matrimonio. 

Incontro con Marc'Antonio Borghese
Fra i tanti, Guendalina conobbe anche il principe Marc'Antonio Borghese che ne rimase incantato e ben presto ne chiese la mano.
Marcantonio V BorgheseVIII principe di Sulmona, IX principe di Rossano (1814 – 1886), era nato il 23 febbraio 1814 a Parigi, dove trascorse gli anni della giovinezza. Nel 1833 si trasferì a Roma con il padre, assecondando così il volere di Papa Gregorio XVI
L'anno seguente chiese la mano di Guendaline Catherine Talbot (Cheltenham1817 – Roma1840), figlia di Lord John Talbot, XVII Conte di Shrewsbury e noto archeologo. 
Dopo aver dato un memorabile ballo in maschera in onore della giovane nel periodo di carnevale, l'11 maggio 1835 il cardinale Thomas Weld, cugino di Lord Shrewsbury, celebrò le nozze nella cappella di Palazzo Odescalchi
Da questo matrimonio nacquero quattro figli, dei quali solo una sopravvisse all'epidemia di colera che imperversò in europa e a Roma fra il 1835-38.  Guendalina si salvò dalla peste ma nel 1840 morì, forse di scarlattina, a soli ventitré anni. 

Guendalina principessa caritatevole 
A Roma la principessa si fece notare per le tante opere caritatevoli nei confronti dei diseredati, degli ammalati e dei bisognosi. L’attenzione ai più deboli, ai poveri, agli ammalati abbandati, nella prima metà dell’800, sono il centro dell’instancabile attività caritativa e di promozione sociale svolta di questa nobildonna.
Anche durante l'epidemia di colera, sopra ricordata, fu instancabilmente al fianco degli ammalati, Lei che poteva vivere nel lusso sia per la sua nascita, che come conseguenza del suo matrimonio.
Non solo, si ha notizia che promosse anche alcune istituzioni caritatevoli come i Fratelli della Dottrina cristiana per l'istruzione dei figli del popolo e dei poveri, le congregazioni parrocchiali delle dame romane per il soccorso ai poveri, e la congregazione parrocchiale per la propaganda della fede.
Il ricordo dell'animo caritatevole di questa principessa "le cui doti della mente erano vinte da quelle del cuore"(1) rimane nei compianti scritti per la sua scomparsa e nella biografia postuma, mentre la bellezza di Guendalina Talbot Borghese sopravvive nei suoi ritratti commissionati dal marito, alcuni realizzati dal pittore Giovanni Battista Canevari (1789-1876).

Racconta Zanazzo. 
Conferma a quanto detto si trova anche le pagine scritte da Zanazzo che contengono un ricordo di questa pia nobildonna.
Fino a qualche anno prima a Roma sparita era in vita qualche vecchietta che si ricordava di questa signora, perchè in gioventù era stata beneficata da lei e appena la nominava le mandava ancora tante benedizioni.
E quanto era bella donna Guendalina! Doveva assomigliare al sole, perchè chi l'aveva conosciuta non poteva fare a meno di dirlo.
Benchè fosse una signora, una principessa, non faceva altro tutto il giorno che andare in giro nelle peggiori tuguri a soccorrere la povera gente. 
A vederla così bella, per certe strade, chi non la conosceva, chissà che cosa si sarà creduto! Infatti un giorno un paino (cioè un bellimbusto) gli si mise dietro a infastidirla. Lei seria seria, lo lasciò fare finchè non arrivò alla casa del povero che andava a beneficare. Arrivata sul portone, si fermò, si voltò e vedendo quel soggetto che gli andava ancora dietro, tirò fuori dal portamonete una piastra d'argento e gliela mise in mano. Figuratevi con che naso rimase quel paino! Quando donna Guendalina morì ( e morì giovane assai, disgraziatamente per Roma) tutti la rimpiansero. 
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(1) Silvagni, La corte pontificia, vol. IV, 1883–85, p. 148). vedi anche 

Bazar di novita artistiche, letterarie e teatrali, Volume 4 dell'11 dicembre 1844