Nel quartiere Africano a Roma, in piazza Elio Callistio, si trova uno strano rudere.
Avete mai sentito parlare della cosiddetta "Sedia del Diavolo"?.
E' quel che resta di un'architettura funebre di Roma Antica, cioè la tomba di Elio Callistio, liberto dell'imperatore Adriano (117-138 d.c.).
Il nome è causato dalla forma del rudere, che con il crollo della facciata sembra una imponente sedia.
Come suggerisce l'immagine dell'acquarello di E. Coleman (1846-1911), lo scenario dell'epoca era ben diverso dall'attuale.
Al posto dell'odierno quartiere nomentano, zeppo di costruzioni, erano tutti prati.
Il rudere era isolato nella campagna e ben visibile.
Spesso era utilizzato come rifugio da pastori, vagabondi, poco di buono che frequentavano i luoghi isolati di Roma sparita.
Proprio per questi motivi ha acceso la fantasia popolare.
La sedia del diavolo - oggi |
Spesso era utilizzato come rifugio da pastori, vagabondi, poco di buono che frequentavano i luoghi isolati di Roma sparita.
Proprio per questi motivi ha acceso la fantasia popolare.
La leggenda popolare si basa su una serie di credenze: sabba, orge, banchetti satanici etc, incentrate sulla onnipresente figura del diavolo nella cultura popolare.
Alla forma di sedia, si deve infatti aggiungere la circostanza che venivano accesi al suo interno dei fuochi notturni, provocando forti bagliori rossastri ben visibili dalla città.
Paura, inquietudine accompagnavano così a Roma sparita la visione della sedia del diavolo.
" ...Fuori di Porta pia, passata la chiesa di sant'Agnese, dalla stesso lato della chiesa..
Il rudere era quasi davanti ad una trattoria (la
"trattoria Mangheni")..."
Nella campagna romana sorgevano infatti varie hosterie, poste proprio lungo le strade consolari che partivano da Roma per accogliere forestieri, pellegrini etc. La via Nomentana era una importante via consolare romana che collegava Roma a Nomentum, città situata nei pressi dell'attuale Mentana.
Via Nomentana nel Catasto Alessandrino - particolare (fonte: Archivio di Stato di Roma) |
"...prima c'era una grande discesa e poi un grande prato. ...dove ci sono certi pezzi di muri vecchi, fatti come una sedia, che si chiama sedia del diavolo..."
Zanasso non avanza ipotesi sul perchè di quel nome.